PAOLO FORTI
(Ordinario di Geografia Fisica e Geomorfologia, presso l’Università Alma Mater di Bologna)
Le stesse identiche cose che ho detto quattro anni fa per un banale motivo, da quattro anni ad oggi
non è cambiato nulla di quello che io ho detto allora. Quindi, dato che io non sono un tecnico delle
Dighe, non sono un tecnico della pianificazione, ma mi intendo di quelle poche cose che sono il
carsismo e la circolazione dell’acqua, negli ambienti carsici, io posso ripetere solo le stesse cose che
ho detto quattro anni fa.
Capisco benissimo che la VIA deve tener conto di tanti punti di vista, ma se nei documenti ufficiali
ci sono scritte falsità e sono sottaciute cose ben note a livello regionale, uno le deve ripetere
evidentemente, perché in Italia è così.
Cominciamo. Per prima cosa bisogna chiarire che il Piave, per fortuna o per sfortuna c’ha una
spalla, qui vicino, che si chiama Montello e il Montello è una montagna carsica, oltre a tutto e una
montagna carsica particolare, perché il conglomerato è costituito da ciottoli, con poco cemento
attorno, quindi è estremamente più carsificabile che un bel calcareo, un bel marmo. Il Montello può
avere un’evoluzione carsica, in condizioni idonee, per esempio, se ci mettiamo un carico idraulico
sopra, va velocissima, come evoluzione.
Ora, io mi domando ancora, perché in documenti del 2007, si tacessero cose che, viceversa erano
note già da molti anni prima, perché il Montello ha cominciato ad essere studiato, dal punto di vista
carsico, un secolo fa, anche di più, e continua ad essere indagato da speleologi, da idrogeologi, e
così via.
Per dare un’idea, perché poi vedrete che io l’ho trasformato in una spugna, qui vedete quei colori,
altro non indicano che le doline e la profondità delle doline, oggettivamente non è molto differente
da una spugna, e di fatti si comporta come una spugna. Vedete già all’inizio, nel 1923, si
conoscevano alcune grotte, ma attualmente le grotte sono più di un centinaio e 4 superano il
chilometro di sviluppo, in un ambiente che poi, in fin dei conti, non è così vasto arealmente il
Montello, pensare che vi siano grotte di chilometri, con veri e propri fiumi, cioè certo che non si
vedono i fiumi, perché sono sottoterra, ma sono analoghi ai tributari che arrivano nel Piave, qui
attorno in alcuni casi. Tenete presente che quello che è conosciuto, probabilmente, la valutazione
che si fa in ambito internazionale sul carsismo, ci dice che se noi conosciamo in una zona, ben nota
100 grotte, probabilmente, ce ne sono più di 1000, perché quelle che sono visitabili dall’uomo sono
meno di un decimo, mediamente. La grotta più grande che c’è è la Busa del Castel Sotterra, oltre 8 chilometri di sviluppo, e 125 metri
di profondità, se non è aumentata, perché non ho dati… E’ rimasta così, perfetto e tra l’altro è
labirintica, perché è labirintica? Proprio perché dentro il conglomerato, la possibilità di cambiare
direzione ai fiumi è estremamente facile, perché basta che si allarghi un passaggio, per poi cambiare
la direzione, o cambi, per esempio, il carico idraulico applicato a quell’area.
Nella relazione del 2007… faccio presente che il catasto delle grotte del Veneto, è pubblico, di
conseguenza tutti devono conoscerlo, ce l’ha la Regione… si parla di 34 cavità di cui la più lunga è
495 metri, mentre quasi tutte le altre sono inferiori a 10 metri, questa è una falsità! È una falsità che
può essere stata fatta o per ignoranza, ed io ho messo il cartello d’asino, oppure non per ignoranza.
Perché bisogna parlare del carsismo? Non tanto e non solo perché sono vie d’acqua, ma nella
valutazione dell’impatto ambientale, bisogna considerare anche il valore ecologico e naturalistico
dell’area. Il Montello è una delle aree più importanti da questo punto di vista, perché abbiamo, oltre
all’aspetto paesaggistico, l’aspetto naturalistico, vi sono animali endemici e isolati, che esattamente
sono lì, in più vi si trovano fossili importanti, vi sono reperti archeologici, cioè c’è una grande
quantità di interessi, dentro quest’area carsica.
Adesso passiamo all’altro aspetto, che è l’idrogeologia carsica. Di nuovo, ci sono due scuole: c’è la
scuola che parla della idrogeologia negli ambienti omogenei, che sono le sabbie, le ghiaie, ecc.; e
poi c’è l’idrogeologia carsica, che si occupa degli ambienti, chiaramente, disomogenei, perché
abbiamo detto che dentro una massa rocciosa ci può essere un fiume, e in altri posti non c’è
assolutamente nulla.
Studiare l’idrologia carsica è estremante più complesso che studiare l’idrogeologia degli ambienti
omogenei, e soprattutto, e qui di nuovo richiamo quello che era scritto nel Piano, non è pensabile
poter utilizzare modelli matematici per modellizzare l’ambiente carsico. L’ambiente carsico non si
può modellizzare e quindi, assolutamente, tutte le spiegazioni che erano state date nel Piano nel
2007, per giustificare il fatto che, in fin dei conti, si poteva costruire una diga qui, perché tanto il
carsismo non era sviluppato, sulla base di 24 grotte corte, assolutamente sono privi di validità
scientifica.
Il Montello è stato studiato abbastanza a fondo, dal punto di vista idrogeologico, quindi si
conoscono molte cose oggi, perché sono molti anni che gli idrogeologi carsici li stanno studiando, e
la cosa principale, per semplificare, è che, praticamente, il Montello può essere considerato un
insieme di sottobacini, che però sono interdipendenti. Questo cosa significa? Che la direzione di
flusso può variare da un momento all’altro in funzione del carico idraulico che noi gli poniamo
sopra, cioè naturalmente alcune di queste acque vanno in una certa direzione, e sfociano o nelle
sorgenti, o vanno nelle falde di pianura, ma potrebbero anche andare nella direzione opposta, se
cambiassimo il carico idraulico, sui condotti carsici di quella zona.
Si conoscono anche alcuni sottobacini, si sa qual è la direzione prevalente in condizioni attuali, cioè
seminaturali di questo ambiente.
Non si hanno, ovviamente, possibilità di definizione di quello che succederebbe qualora venga
caricato in modo differente, è questo che bisogna considerare.
Un’altra cosa, anche pensare di fare un invaso a 109, è un errore plateale, dal punto di vista carsico,
perché, voi vedete, c’è una seconda grotta molto importante che è il Bus dal Fun, che ha
un’eccezionale galleria, che ha una finestra esattamente sull’acqua di fondo, fondo attuale non
quella che verrebbe, che ha 103 metri. Quindi, se voi fate un invaso a 109, chiaramente, voi
imponente, come minimo, 6 metri di carico idraulico, sopra l’acqua di fondo del Montello. E
oggettivamente io non so cosa potrà succedere, chiaramente questa galleria, che va in un’altra
direzione, potrà essere allagata, almeno in parte, oppure ci saranno altre gallerie che noi non
conosciamo, perché sono sotto non le conosciamo, che porteranno quell’acqua che risale da qualche
parte.
Allora ecco che siamo arrivati alla spugna. In realtà il Montello è una spugna, definizione, credo,
che meglio non potrebbe essere, perché ci sono grandi zone, che sono i buchi delle spugne, ma poi
ci sono anche i buchi piccoli, oppure ci sono i tessuti che, in teoria, non fanno passare l’acqua oggi, ma se stanno in contatto con l’acqua, si scioglieranno, e quindi faranno passare acqua, quindi noi,
oggettivamente, non sappiamo quale potrebbe essere il comportamento idrogeologico del Montello,
con un carico idraulico più elevato. Quello che sappiamo noi, in generale, come schema, è che
attualmente il Montello, essendo questa spugna infissa nella pianura, praticamente crea un
drenaggio continuo sicuro, dal fiume Piave verso la pianura.
Arriviamo un momentino al posto di dove dovrebbe essere fatta la famigerata diga, e ha questo
problema, abbiamo già visto la spalla destra, la spalla destra è totalmente carsificabile, attenzione,
avevo detto, con la prima diapositiva, che il carsismo è velocissimo, se noi mettiamo la nostra
spalla, ovviamente le dighe vengono ancorate alle spalle, però cosa succede? L’acqua passa dentro
il conglomerato, scioglie il conglomerato, e la possibilità che l’acqua esca, o che addirittura, se la
spalla non è ancorata per molto, venga disarticolata la spalla, esiste anche la spalla sinistra. In teoria
poggia sullo stesso tipo di mitologia, quindi potrebbe succedere la stessa cosa anche sulla sinistra,
anche se noi abbiamo meno riscontri oggi, conosciamo meno se ci sono grotte o non ci sono grotte.
Comunque le conseguenze inevitabili, dato che abbiamo due spugne e in mezzo ci mettiamo una
cosa impermeabile, che cosa succede? Dall’invaso l’acqua se ne andrà nelle spugne, lì dentro
solubilizzerà, e porterà l’acqua fuori.
Il problema. Uno dice “se è solo il problema di impermeabilizzazione, esistono dei metodi
eccezionali per impermeabilizzare, se uno vuole lo fa”! Intanto è un problema di costi, uno
piastrella tutta la diga, con delle belle piastrelle in klinker, potrebbe essere un ottimo sistema, che
forse, è un po’costoso, e soprattutto non garantisce, che poi la diga non si spacchi. Ma questo è un
altro discorso.
Però il problema è che nessun intervento umano può essere definitivo su questo punto, perché la
variazione delle temperature, e quindi delle stagioni, possono creare ovviamente tensioni che prima
o poi riaprono le fratture, quindi non esiste la possibilità di fare un invaso impermeabile, in una
situazione di questo genere. Quando questo avviene, anche se noi riuscissimo a fare il tutto
impermeabilizzato, poi avremmo l’aumento di carico idraulico a monte, perché è chiaro,
aggiungeremmo 8, 10, 15 metri di acqua, non so quanta sia, e questo ovviamente contribuirebbe a
una carsificazione più rapida del Montello.
Carsificazione che avviene con un meccanismo autocatalitico, e che, in breve, porterebbe a perdite
notevoli dell’invaso verso la montagna. E questo avverrebbe in tempi che, dal punto di vista carsico,
riteniamo abbastanza rapidi, nel senso che, probabilmente, i primi effetti potrebbero essere già visti
dalla stessa generazione che ha visto creare la diga. Tutto questo impedirebbe, fra l’altro, al bacino
di funzionare decentemente, perché l’acqua se ne andrebbe da un’altra parte.
Io ho portato qui un esempio, l’ho preso dall’Iran, perché così nessuno si offende, in Iran sono
trent’anni che stanno cercando di fare una diga per acqua, però tutte e due le spalle, dove hanno
costruito la diga, sono di calcare, attenzione non sono di conglomerato, quindi il calcare è molto
meglio, però mano a mano che loro impermeabilizzano 10 metri, l’acqua se ne va 10 metri più
indietro e continuano a regredire, per cui sono un decennio che si creano sempre più nuove paratie
stagne a monte, con il risultato, però, di non riuscire a far funzionare la diga. Ripeto, qua, almeno, il
calcare è un calcare realmente compatto, per cui non c’è pericolo di perdita di capacità di tenuta
della diga medesima.
Quindi quasi sempre, non sempre, cercare di correre dietro al carsismo, cioè di tappare i buchi
nuovi che si formano, è un lavoro tipo quello di Sisifo, quando spingeva i suoi massi per la
montagna, e comunque è costosissimo, perché fare delle paratie stagne, è costosissimo. Quindi, non
è vero che poi economicamente.. di nuovo nel VIA anche questo bisognerebbe tenerlo presente, dal
mio punto di vista, perché il denaro, per quanto sia, è denaro pubblico.
Torniamo alla nostra diga, l’eventuale realizzazione della diga comprometterà gravemente il
paesaggio, su questo non c’è nessun dubbio; la sua realizzazione sarà estremamente lunga per i
prevedibili problemi della idrogeologia carsica e per la pessima qualità della roccia, perché il
conglomerato non è fatto per tenere in piedi una diga, ed è improbabile che possa assolvere totalmente le sue funzioni. L’unica cosa che, dal mio punto di vista, però non sono un tecnico,
quindi lo dico solo così, se dura molto la costruzione, i costi saranno molto più elevati.
Il problema è che la diga perché deve ritornare fuori ogni 10 anni o ogni 20 anni? Non lo capisco!
Quando è stata pensata, ancora non si aveva conoscenza sulla idrogeologia carsica, non si sapeva e
non si curava, soprattutto, la caratteristica degli ecosistemi, il rispetto della natura, ecc., quindi
poteva avere anche un senso, ma riproporla a tempi successivi, sempre, tra l’altro, con gli stessi
dati, non utilizzando dati nuovi, mi sembra sbagliato.
Oggi sappiamo che il danno estetico è inevitabile e che la diga difficilmente assolve i suoi problemi,
tra l’altro Todini ha fatto vedere che, probabilmente, ci sono dei mezzi migliori, per ottenere i
risultati, perché tutti noi vogliamo che non avvengano catastrofi idrogeologiche, e soprattutto, tra
l’altro, i soldi pubblici non li sprecassimo, mi sembra che ultimamente in Italia ce ne sia bisogno di
soldi per tante altre cose.
Per evitare di perseverare, è chiaro che io vi definisco che, invece di compatibilità ambientale,
premesso che non ho fatto un VIA fatto per bene, perché non sono in grado di farlo, ma il mio
contributo, come “carsoligo”, dice che, assolutamente, non c’è compatibilità tra la diga e il
Montello.
Decidiamo cosa vogliamo, invece di fare la diga, perché non facciamo un bellissimo canale di scolo
che passa attraverso il Montello? Lo tagliamo in due e così l’acqua va direttamente dove deve
andare, senza dare noia. Questo potrebbe essere un’idea e credo che costerebbe meno, che fare altre
cose. Grazie.